Civico Museo Teatrale Carlo Schmidl - Trieste

La nascita

Fondato da Carlo Schmidl, nel culto delle memorie di palcoscenico, con la lungimirante donazione della sua raccolta storico-musicale, il Civico Museo Teatrale documenta la vita del teatro e della musica a Trieste dal Settecento ai giorni nostri. Manifesti, locandine, fotografie, stampe, medaglie, dipinti, strumenti musicali, oggettistica, fondi archivistici e manoscritti autografi costituiscono l’ossatura di un teatro della memoria che da quasi un secolo incrementa le sue collezioni nello spirito del suo fondatore.

Le sedi

Ospitato dal 1924 al 1991 nel Teatro Comunale “Giuseppe Verdi”, dal 1992 nella sistemazione provvisoria di Palazzo Morpurgo in Via Imbriani, il Museo ha trovato definitiva collocazione a Palazzo Gopcevich, fatto costruire da Spiridione Gopcevich nel 1850, realizzato dall’architetto Giovanni Berlam, acquistato e trasformato in sede museale dal Comune di Trieste. I lavori di adeguamento sono stati realizzati dall’Area Territorio e Patrimonio – Servizio Sviluppo del Patrimonio. Sotto l’egida dell’Assessorato alla Cultura, il progetto di allestimento è stato curato dal personale scientifico del Museo e dal NORP (Nucleo Operativo Ricerche e Progettazioni) dei Civici Musei di Storia ed Arte, secondo moderni criteri di rispettosa valorizzazione sia degli ambienti espositivi che delle collezioni esposte. Il traguardo del taglio del nastro, il 16 dicembre 2006, è reso possibile dal generoso atto mecenatesco di Fulvia e Fulvio Costantinides, per onorare la memoria di Giorgio Costantinides

Carlo Schmidl e la nascita del Museo

Il Civico Museo Teatrale nasce nel dicembre del 1924 per volontà dell’editore musicale, commerciante di musica e collezionista Carlo Schmidl (Trieste 7 ottobre 1859 – 7 ottobre 1943), il quale stipula con il Comune di Trieste una convenzione con la quale rende di dominio pubblico la sua Raccolta storico-musicale, frutto di mezzo secolo di attività. Figlio di un direttore di banda ungherese trasferitosi da Budapest a Trieste, Carlo Schmidl inizia la sua attività tredicenne come copista e commesso presso il Fondaco Vicentini. Si tratta di un negozio di musica, promotore anche di alcune iniziative editoriali, di grande importanza nella vita musicale triestina dell’Ottocento, che sarà successivamente rilevato dallo stesso Schmidl. Spirito del collezionista e attività professionale convivono e coincidono in Carlo Schmidl, che in cinquant’anni raccoglie libretti, fotografie, programmi di sala, manifesti e locandine, autografi e cimeli e qualsiasi altro tipo di materiale documenti la vita teatrale e musicale a Trieste. In veste di autore, Schmidl dà alle stampe il Dizionario Universale dei musicisti (prima edizione: Ricordi, 1887) che rimane tutt’oggi strumento indispensabile per qualsiasi indagine sulla ‘musicografia’ del secondo Ottocento. Nel dicembre del 1924, dunque, la formula della convenzione permette a Schmidl, nominato curatore a vita del Museo, di mantenere la proprietà e nello stesso tempo la gestione della Raccolta e di curarne personalmente l’incremento con documenti e dati. Gli spazi sono messi a disposizione dalla Direzione Teatrale del Teatro Comunale “Giuseppe Verdi”. Alla sua morte, nel 1943, Schmidl lascia in eredità al Comune la sua Raccolta. Nel frattempo, nel 1936, è stato istituito l’Ente Autonomo Teatro Comunale “Giuseppe Verdi”, il quale mette a disposizione nuovi spazi per le raccolte del Museo in continua crescita. Salvo la parentesi della seconda guerra mondiale, quando le raccolte vengono messe al sicuro in altre sedi, lo storico edificio del Teatro Verdi ospita pertanto il Civico Museo Teatrale di Fondazione Carlo Schmidl (questa la denominazione dal 1947 in poi) fino alla chiusura del Teatro per i lavori di ristrutturazione all’inizio degli anni Novanta. Provvisoriamente allestito nella sede di Palazzo Morpurgo in Via Imbriani, il Museo ha trovato definitiva collocazione a Palazzo Gopcevich.

La collezione degli strumenti musicali

La duplice anima del Museo (esposizione e centro di documentazione) si riflette nell’articolazione degli spazi all’interno del Palazzo. Il primo piano, con i suoi pavimenti splendidamente intarsiati ed i suoi soffitti riccamente decorati, offre un percorso espositivo dedicato alla storia degli edifici teatrali ed ai protagonisti della musica e dello spettacolo a Trieste lungo un arco di oltre due secoli. Una significativa sezione è dedicata alla raccolta di strumenti musicali, europei ed extraeuropei, ed alla fedele ricostruzione del laboratorio del liutaio triestino Francesco Zapelli.

L’esposizione di strumenti musicali, con particolare attenzione a quelli meccanici, procede al secondo piano del palazzo, dove trovano collocazione anche gli spazi dedicati alla memoria di Giorgio Strehler (di cui il Museo custodisce l’archivio personale) ed i servizi di documentazione e consultazione: i percorsi di visita e di ricerca si snodano dunque all’interno della ricca rete di testimonianze che costituiscono un patrimonio in continua quotidiana espansione.

Gli strumenti tradizionali musicali presentati su queste pagine fano parte della collezione di Roberto Starec, noto ricercatore ed etnologo triestino che ha dedicato una buona parte della sua vita alla ricerca della cultura tradizionale in Istria (N. d. A.).

Fonte: www.museoschmidl.it